Pittura

LE COMPETIZIONI DELL’ESSEREQUADRO MASCIOLI

Circonvoluzioni di un segno che sembra non conoscere sosta, che vaga incessantemente dando origine a forme cariche di forze profonde; forze spontanee in grado di far germinare morfologie vitalistiche accompagnate da cromie accese in contrasto con il segno potente che le contiene.

E’ quel segno, dunque, l’elemento su cui si fonda tutto l’universo immaginativo di Luigi Mascioli, un talento da poco rivelatosi ma dalle indubbie qualità pittoriche sulle quali si aprono orizzonti ricchi di aspettative.

Mascioli rivela infatti una sensibilità ed al tempo una forza creativa particolarissime che gli permettono di sentire le potenziali musicalità del segno ora più deciso ed espressivo, ora più sottile e delicato, che egli abilmente gestisce trasformandolo in morfologie scomposte e ricomposte quasi citando la rifondazione della realtà picassiana.

Una sorta di revisione delle forme materiali colte dall’interno che le ribalta e le ripropone alla visione seguendo una nozione di  tempo molto più lunga di quella consueta. Un tempo che permette all’occhio ed alla mente di girovagare inseguendo chissà quale meta, (ed il segno è l’elemento che attua tali percorsi), di vagare e rappresentare, in tutta la sua durata, le dimensioni della verità.

Mascioli avverte la corrispondenza complementare dei colori timbricamente intensi, quasi assecondassero la sua necessità di esprimere le forze della vita. Si, esiste proprio nel debordante, acceso vitalismo, in questo impeto di forme e colori, un forte istinto che guida l’artista ad impossessarsi dei dati fondamentali ed antitetici dell’esistenza: il turbinio del segno, unitamente alla intensità del colore, descrivono, infatti, situazioni positive, sentimenti semplici e genuini, occasioni di gioia tratte da realtà intime, familiari, emozioni giunte all’artista da ricordi di un passato lontano o dall’interesse per il presente. Ma nello stesso tempo quei segni e quelle intensità coloristiche hanno l’opportunità di tramutarsi e possono subire una metamorfosi, acquistare, cioè, la capacità di contraddirsi entrando in competizione, come dice lo stesso Artista, con se stessi.

Ecco allora, che il groviglio segnico e cromatico che prima connotava l’ingenuo gioco di un bambino o l’estrema gioia di un suonatore di tromba o ancora il mazzo di fiori con le corolle roteanti si tramuta in labirinto complesso ed inquietante e ciò che prima si apriva allo spazio circostante ora si chiude inesorabilmente in una specie di ripiegamento  interno, in un gioco di spinte contrarie ed oppressive che annullano le forze esplosive e tramutandole in forze implosive.

Ma in fondo tutto ciò rappresenta il senso stesso della vita, l’esistenza dell’uomo è, difatti, caratterizzata da eventi e valori contrastanti, contraddittori, capaci di negarsi vicendevolmente e pur creando conflitti ed atteggiamenti competitivi, sembra volerci dire Mascioli, essa rimane pur sempre esistenza, innegabilmente manifesta in tutti i suoi molteplici e variati aspetti così come l’artista non smette di indicarci.

Non a caso l’andamento lineare che presiede costantemente tutta l’opera di Mascioli, da quella degli esordi a questa più recente, è un andamento curvo, simbolico del mondo della vita, dell’ambito dell’esistenza biologica dotata di dinamismo fluido atto a marginare forme minime e forme macroscopiche.

Per questo nostro artista l’operazione pittorica, diviene allora il mezzo per interpretare la realtà, quella realtà oggettiva a volte così difficile da comprendere e con cui spesso con estremo disagio l’uomo riesce a relazionarsi. Ma la pittura per Mascioli realizza il significato di un tramite, di una soglia su cui la dimensione soggettiva incontra quella oggetiva e su quella finestra dialoga riuscendo a mediare la realtà sintetizzandola secondo questo linguaggio astratto-informale dal quale si scorge affiorare, di tanto in tanto, un volto, una mano, degli occhi stupiti che, ignari, scrutano le forze del mondo.

C’è da aggiungere inoltre che le circonvoluzioni segniche di Mascioli attestano una emotività acuta, a volte esasperata perché sorgiva da luoghi ideali, ricchi di fervida creatività.  E  del resto non possiamo scordare che l’artista è anche abile pianista e poeta sensibilissimo di liriche da cui traspare, concordemente a quanto avviene nel suo mondo pittorico, la sua profonda visione dell’esistenza.

Il vitalismo insistito ed il pathos con cui Mascioli distende il colore, che spesso evidenzia la propria essenza fisica attraverso bellissimi effetti materici, rivelano, altresì, uno spirito libero che, senza costrizioni, è in grado di leggere ed esprimere se stesso ritrovando con coraggio la vera natura del proprio essere. Unità questa che si ricompone proprio in quei giochi asratti ed in quegli accordi di colore, nei segni competitivi ma capaci di instaurare armonie corerenti.

Quello di Luigi Mascioli è un atteggiamento noetico davvero libero di volare oltre il senso banale della realtà, libero di muoversi nel regno meraviglioso dell’invenzione, libero di rincorrere la più pura poesia.

Maria Augusta Baitiello

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